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Concorso nazionale “David Giovani” 2017-2018

Con una recensione sul film “Tutto quello che vuoi” , Francesco Occhipinti, studente della VA sezione agraria del corso Vitivinicoltura e Enologia ha vinto il concorso nazionale “David Giovani” 2017-2018 patrocinato da Agiscuola e dal Miur.

La vittoria permetterà a Francesco di andare al Festival di Venezia edizione 2018 nelle vesti di giurato del premio “Leoncino d’oro”.

Francesco ha ricevuto anche i complimenti del dirigente dell’Ufficio Scolastico Regionale, dott.ssa Maria Luisa Altomonte in occasione del convegno svoltosi al teatro comunale di Vittoria e dedicato alla tratta degli esseri umani.

Ci associamo ai complimenti fatti a Francesco dalla dirigente regionale, augurando a lui e a tutti i maturandi come lui un futuro ricco di successi e gratificazioni e perché no…anche di buon cinema

Nel frattempo, leggiamo insieme la sua recensione che ha saputo stregare la giuria del David Giovani.

Prima parte

Sono pochi i film che riescono a divertire, entusiasmare, coinvolgere, piangere e riflettere. “Tutto quello che vuoi”, a mio parere, riesce a fare tutto questo, come pochi altri film. Il film analizza la tematica del rapporto tra anziano e ragazzo, ricorrendo ad un legame instauratosi tra un anziano ed il suo badante: un ragazzo che sembra non avere le idee chiare sul suo futuro. E’ evidenziato il contrasto tra l’educazione di Giorgio (interpretato dal bravissimo Giuliano Montaldo) e la rozzezza di Alessandro (Andrea Carpenzano). Il film è girato con un budget ridottissimo: fa da scenario l’appartamento in un villino vicino a Villa Sciarra, collegato dalla scala del Tamburino con Trastevere, che ben rispecchia la differenza tra la tipologia residenziale “signorile“ di Monteverde e quella popolare trasteverina. La pellicola vanta una storia credibile in tutti i suoi aspetti, anche grazie all’ottima recitazione degli attori. Giorgio è un vedovo poeta, elegante ed intellettuale, nato a Pisa 85 anni fa, colpito da una forma di Alzheimer. Era stato amico di Sandro Pertini (di cui porta sempre con sé un sua foto) e aveva combattuto a fianco degli Alleati nell’ultima guerra mondiale, lasciando gravi “cicatrici” spirituali all’anziano poeta: la guerra lo privò dei suoi compagni d’armi e di parte della sua famiglia. I ricordi legati alla guerra, vengono fatti riaffiorare in sporadiche illusione durante alcune fasi del film. Alessandro, invece, è un ragazzo di 22 anni, rozzo e ignorante, (l’unica cosa che legge è il Corriere della sera) che ha smesso di studiare e non ha ancora deciso cosa fare della sua vita, e nel frattempo, spaccia nel quartiere insieme ad altri ragazzi nella sua medesima situazione. Il padre del ragazzo, stufo di vederselo ciondolare dentro casa, e incapace di educarlo, gli trova un lavoro poco diffuso tra i ragazzi della sua età: accompagnatore del vecchio poeta, diventato ormai un po’ sbadato. Tale lavoro, non entusiasma minimamente il ragazzo, che accetta solamente per evitare di ritrovarsi cacciato di casa dal padre, ormai stanco di mantenerlo e della sua irriconoscenza. Alessandro, dalle prime ritrosie, poco a poco si incuriosisce delle cose strane e del mondo sconosciuto che rappresenta: la storia, la cultura ma anche la fantasia. In tal modo, nasce e si sviluppa un’amicizia transgenerazionale e interclassista, grazie anche alla disponibilità di Giorgio, che accoglie perfino gli amici (inseparabili e nullafacenti) di Alessandro, contento di spezzare così la solitudine causata dalla morte della moglie cinque anni prima. Giorgio farà breccia nel cuore del giovane, sostituendo il nichilismo gretto della mancanza di prospettive con lunghe conversazioni e sigarette proibite, in un viaggio a ritroso nel tempo, attraverso i ricordi confusi e frammentati dell’anziano signore alla ricerca di un misterioso tesoro. Degna di nota non solo l’evoluzione del rapporto tra Alessandro e Giorgio, ma anche la nascita di quel rapporto che da tempo mancava al ragazzo con suo padre; viene mostrata anche una rilevante evoluzione all’interno dell’intera comitiva di Alessandro. Inizialmente ignoranti nullafacenti, finiscono col maturare profondamente sotto vari aspetti. Da menzionare anche l’evoluzione di Alessandro sotto il profilo sentimentale; passando da una pseudorelazione senza una solida base di sentimenti ad una relazione decisamente più matura, concreta e reale.

Francesco Bruno è lo sceneggiatore storico di Paolo Virzì, di Mimmo Calopresti e de “Il commissario Montalbano “,ed è alla sua terza regia. Nel film, svela lentamente come tutti i personaggi rappresentati, anche quelli secondari, e in particolare quelli più burberi o rozzi, siano in fondo persone con anime delicate. Il suo ottimismo, potrebbe apparire un po’ eccessivo per alcuni, ma ha dalla sua un merito non indifferente: risollevare gli animi degli spettatori. L’idea del film da parte del regista e sceneggiatore Francesco Bruno, nasce dalla sua personale ed intima esperienza con un uomo affetto dal morbo di Alzheimer: suo padre. Ottima la recitazione dei ragazzi che, seppur non essendo “grandi” del cinema italiano, riescono a conferire naturalezza, enfasi, carisma e realismo ai loro personaggi. Degna di lode, invece, la recitazione del buon vecchio Giuliano Montaldo (Giorgio), che grazie alla sua esperienza come attore e regista, riesce a conferire al vecchio poeta una simpatica naturalezza ed una spontaneità di primo ordine, rendendo il suo personaggio estremamente autentico. Buone le musiche composte da Carlo Varzì, seppur non memorabili. Montaggio e fotografia decisamente accettabili e costumi che si adattano perfettamente ai vari contesti. In conclusione… il film è divertente, grazie soprattutto all’abilità degli attori e ad un’ironia mai invasiva, forzata o volgare. Il film riesce a coinvolgere gli spettatori, grazie alla trama scorrevole e all’interesse che proveremo per i protagonisti; saremo quindi desiderosi di vedere la loro evoluzione nel film. Questo film è anche capace di far commuovere e riflettere; soprattutto ad un pubblico più giovane, ne consiglio ampiamente la visione. La pellicola, non solo è riuscita a farmi commuovere, ma è altresì riuscito a farmi riflettere (come pochi altri film). Spesso e volentieri, siamo ben consapevoli del fatto che molti giovani mostrano ben poca riverenza nei confronti degli anziani, specialmente di quelli con problemi di salute.

SECONDA PARTE

Infine, questo film ha saputo far riemergere ricordi a me cari e dolorosi allo stesso tempo… è stato in grado di ricordarmi, attraverso il rapporto tra Alessandro e Giorgio, il legame instauratosi tra me e mio nonno; ricordandomi i suoi ultimi mesi di vita.

Dedico questa recensione a mio nonno Francesco e a tutti i momenti passati insieme. A tutti i suoi rimproveri (elargiti per spingermi a migliorare), alle lacrime versate per i suoi rimproveri, alle sue lezioni, alle sue storie (che in genere ascoltavo con disinteresse). Dedico a te questa recensione, a te che non potrai vedermi diventare uomo, sposarmi, guidare, avere dei figli e chissà quale altre cose. Dedico tutto questo ai nostri ricordi: incisi dentro di me e che conserverò con grande cura. Rammenterò tutti i miei errori, consapevole del fatto di non poter più tornare indietro né di poterti riportare indietro. Prometto di non dimenticarti e di vivere in modo onesto; cercando inoltre di rincorrere quei sogni che tu ritenevi folli ed irrealizzabili. Non ti dimenticherò mai. Mi manchi.

Ti voglio bene, nonno.

Ho deciso di scrivere queste cose alla fine per evitare che andassero ad influenzare sulla valutazione della giuria.

Sento il dovere di ringraziare la mia scuola, la mia città, i miei professori, il cinema comunale e tutti coloro hanno contribuito a rendere possibile la mia partecipazione e quella degli altri ragazzi coinvolti a quest’iniziativa.

P.S In tutta sincerità ed onestà sento di dover comunicare alla gentile giuria che ai fini della stesura della mia recensione, mi sono permesso di prendere spunto da altri recensioni, scritte da critici più esperti e competenti di me, Pertanto, chiedo umilmente scusa a tutta la giuria specializzata per aver eventualmente offeso e danneggiato lo spirito stesso della competizione.




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